Facebook è IL MALE

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Buongiorno, sono un losco figuro con un impermeabile liso e gli occhiali da sole anche se sono le sette di sera, mi potrebbe per favore comunicare tutti i suoi dati personali, i suoi orientamenti commerciali e politici, e compilarmi una lista il più possibile precisa di tutte le sue amicizie, frequentazioni, e di tutti coloro che ha mai incontrato in vita sua? No? Beh, grazie lo stesso. Devo provare qualcosa di nuovo.

Buongiorno, sono un simpatico sito internet che usano tutti e ti permetto di restare in contatto con i tuoi amici, mi potrebbe per favore comunicare tutti i suoi dati personali, i suoi orientamenti commerciali e politici, e compilarmi una lista il più possibile precisa di tutte le sue amicizie, frequentazioni, e di tutti coloro che lei ha mai incontrato in vita sua? Sì? Beh…wow,grazie!

Facebook è il male. Se Internet fosse la rivoluzione francese, facebook sarebbe Robespierre. Io ci speravo davvero in internet, grande promessa per un futuro di democrazia digitale in cui la libertà è a portata di mano e la verità viene sempre a galla: wikipedia, i blog, la digitalizzazione del sapere dell’umanità, la democratizzazione vera e definitiva della cultura. Un cazzo! Facebook mi ha aperto gli occhi. All’inizio pensavo che fosse come tutti quegli altri “servizi” del “web 2.0” che non servono a nulla se non a fare sentire meno soli gli sfigati, tipo myspace o Badoo e tutti quegli altri rimorchifici per chi è all’ultimo giro di boa dello squallore miserevole.

Ma facebook…oh facebook è molto peggio. Facebook è l’anticristo di internet da cui neppure l’avvento del figlio di Google potrà salvarci.

Facebook ti fornisce un servizio scadente  e tutto sommato profondamente inutile, e nel frattempo ti scheda, anzi ti fa schedare da te stesso. E’ questa la cosa decadentemente geniale del sistema: spingere milioni di persone (ed è presumibile che tra questi ci siano anche individui non totalmente ottenebrati) a rendere volontariamente accessibili informazioni preziosissime, che non avrebbero MAI e POI MAI divulgato se fossero state richieste in maniera diversa. Già solo avendo un account su facebook posso vedere tutti gli “amici” di chiunque mi venga in mente, ricostruire la sua rete di frequentazioni, sapere dove abita,che scuole ha fatto. Se poi divento suo “amico” (o posso accedere a questi dati in qualche altro modo) siamo poco distanti dall’Oceania di Orwell. Oh sì,  li’ potevano anche guardarti in casa usando il televisore, ma a Facebook basterebbe dare a tutti la possibilità di usare una Webcam.

La passione per facebook è il primo vero sintomo della distopia che ci stiamo creando nel ventunesimo secolo, né 1984 né il coraggioso mondo nuovo di Huxley ma una via di mezzo ugualmente disgustosa: non hanno bisogno di controllarvi, visto che vi controllate a vicenda.

Viviamo in una giostra pazza: alla “gente” viene detto cosa consumare, ma in ultima istanza è alla “gente” che si chiede cosa vorrebbe consumare prima di produrlo, tramite indagini di mercato, rilevamento dei dati aggregati, indicazioni di voto. Ci penserà la “gente” stessa a trovare e punire con l’ostracismo eventuali trasgressori (COOOME? Tu non hai facebook? Sei OUT! Siamo tutti su facebook! Sfigato!). E per carità, le cose stanno così da decine di anni.  Alla fine facebook guadagna proprio perché vende i vostri dati aggregati (anonimi, per carità, o almeno così dicono) alle aziende, così possono sapere quello che vi piace, e regolare la produzione di conseguenza. Alla fine il sistema non ha davvero un “capo”, un qualcuno che decide per tutti: si tratta per di più di una guerra tra brand (politici e/o economici) per il controllo delle vostre vite di consumatori. Ma potrebbe non essere così per sempre. Guardate cosa succede qui in Italia, o in Francia: grosse concentrazioni economico/politiche (che per lo più fanno capo a poche persone) sono riuscite a prendere  il controllo dei principali mezzi di comunicazione e manipolano l’opinione pubblica, si fanno eleggere, governano nel proprio esclusivo interesse,  continuando a sfruttare e manipolare l’opinione pubblica ed a farsi eleggere ancora ed ancora. Non hanno dei veri progetti di dominio in mente, a parte conservare il potere e vendervi la maggior quantità possibile del loro prodotto ( qualunque esso sia), ma questo tenace attaccamento al potere ed ai soldi potrebbe essere sufficiente a mantenerli in cima alla piramide per un tempo indefinito. Hanno tutti i mezzi per reprimere il dissenso, e li usano. Ma ne nasce uno nuovo e peggiore ogni anno.

Se io fossi il Berlusconi, il Bush, il Putin, magari anche l’Obama (staremo a vedere) di turno in carica tra dieci anni e avessi l’intelligenza di usarlo,  nelle mie mani potrebbe esserci LO strumento definitivo di controllo delle masse, e questo strumento c’è già e  si chiama FACEBOOK. Una comunità di gente conformista che si controlla a vicenda,  e che mi fornisce persino gratis dati -esaustivi e davvero difficilmente reperibili in altro modo- riguardo a chi conosce ed a quello che consuma. Agli agenti del KGB, della CIA, della STASI, della Gestapo dei tempi d’oro sarebbero venute le lacrime agli occhi se avessero potuto accedere alla META’ di queste informazioni.

L’informatica è una grande risorsa, ma spesso ci dimentichiamo che un giorno, se non stiamo attenti, potrebbe anche diventare un grave pericolo per la nostra libertà. La rete è un faro per l’ accesso alla libera informazione, ma solo perché il nostro governo non la censura (più di tanto). Censurare internet è facilissimo,  e alla gente che produce le applicazioni informatiche che ormai tutti usiamo non gliene frega nulla della libertà: quando il governo cinese ha chiesto a Google ed a Microsoft di addomesticare i loro prodotti prima di introdurli sul mercato cinese loro lo hanno fatto. Senza pensarci un minuto. Cosa credete, che facebook sia diverso? Oh sì, lo è, è molto più pericoloso. Ora immaginate facebook in Cina. L’idea piace, ce l’hanno tutti, e tutti possono esaminare chi sei e quello che fai,  e se il governo non si rende conto che stai sbagliando stai certo che qualcuno dei tuoi “amici” glielo riferirà.

Ora pensate a facebook in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. E’ diverso? In quale misura? Chi vi garantisce che le vostre informazioni siano davvero protette? Chi vi garantisce che non potranno essere usate contro di voi? E’ già successo molte volte. Stanno cominciando i casi di persone licenziate perché avevano scritto qualche parola di troppo su facebook. Di persone la cui assunzione viene decisa dando un’occhiata su facebook. Se io fossi il tuo potenziale datore di lavoro, intanto un’occhiata alle persone che conosci ce la butterei, non si sa mai…senza contare che è difficilissimo cancellare il proprio account  una volta che ci sei dentro.

Sei su facebook? Hai derubricato una consistente parte della tua privacy. Per cosa? Per fare una collezione delle facce che avevi incontrato durante la tua vita? Persone con cui magari non ti saluti quando vi incontrate per strada. Rapporti che non ti interessava coltivare, altrimenti lo avresti fatto comunque. La maggior parte degli iscritti su facebook fino a poco tempo fa erano gli studenti tra i 18 e i 25 anni. Ora, spiegatemi, se io ho dai 18 ai 25 anni non è passato tantissimo tempo da quando ho finito le superiori, le medie, perfino le elementari. Non credo che abbia senso cercare su facebook i miei compagni di scuola con i quali non ho mantenuto rapporti, voglio dire, c’è una ragione per cui non ho mantenuto questi rapporti. Non si sta parlando di commilitoni che cercano di ritrovarsi dopo cinquanta anni, se volevo rimanerci in contatto lo avrei fatto. Facebook è una cazzata inutile, ed approfondendo i motivi per i quali le persone lo utilizzano scopriamo che si riducono a:

1)Ce lo hanno tutti.

2)Se ci spendo un po’ di tempo posso sentirmi un vincente con centinaia di amici, a dispetto della triste constatazione che passo il sabato sera a cercarli su facebook.

3) Voyeurismo e/o esibizionismo

4)???castaway-facebook-sei-solo

Arrivati a questo punto qualcuno potrà dirmi che sono troppo paranoico riguardo alle possibili ricadute negative a cui andranno incontro gli utilizzatori del faccialibro. E, vi dirò, forse avete ragione: usarlo non vi danneggerà, perché è solo una moda cretina come myspace o la metà delle cose che facciamo o compriamo.

Ma non è facebook in sé a farmi paura.

Mi fa paura che per seguire una moda palesemente cretina persone anche intelligenti spengano il cervello in maniera così completa da non riuscire a ravvisare il pericolo che costituisce mettere su internet così tanti ed importanti dati personali. Ma la prima volta che avete aperto un sito web non avevate nessuno al fianco a dirvi: ” Mi raccomando la prima cosa da sapere su internet è che non devi MAI inserire i tuoi dati personali?” Questo anche senza pensare a complotti della CIA o degli alieni, perché basta l’occhio della gente che vi “conosce” a sorvegliare quello che fate o pensate.

Facebook è una moda e secondo me tra pochi mesi od anni ve ne stuferete e morirà, o almeno lo spero.Però costituisce un chiarissimo esempio del perché la libertà che abbiamo non ce la meritiamo assolutamente, e quando ce la toglieranno mascherandola con la prossima moda cretina in realtà ce la saremo (per l’ennesima volta?) tolta da soli.

Noi tenteremo di resistere a facebook, ed aspetteremo sperando che l’onda passi.

Se volete farci compagnia ecco una serie di link che potreste trovare interessanti:

http://www.odiofacebook.net/

http://www.ictv.it/file/vedi/901/i-5-motivi-per-non-iscriversi-a-facebook/

http://blogs.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendID=137892538&blogID=442210827

Infine abbiamo creato un piccolo banner che Ragnarok provvederà entro breve a mettere al fianco di questa pagina. Se siete interessati  a testimoniare la vostra avversione e paura per il nuovo che avanza potreste volerlo utilizzare anche voi. Nel caso lo faceste, comunicatecelo: provvederemo ad inserire il link del vostro sito appena dopo il punto finale di questa frase.

banner-facebook-male

banner-facebook-male21

Copiate&Incollate sul vostro sito/blog/diario_di_scuola il banner schifoso di sopra e non dimenticate di linkarlo a questa pagina anche perchè altrimenti avrebbe poco senso…

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Hanno aderito a questa (in)discutibile iniziativa:

Oniduke

118 risposte a “Facebook è IL MALE

  1. Sono interessato a testimoniare la vostra avversione e paura per il nuovo che avanza.

  2. Pingback: oniduke.com » Blog Archive » Facebook è il male - Il Blog del Copia e Incolla

  3. Sono daccordo…è per questo che sono iscritto al gruppo di facebook

    “Faceboo è l’inizio della fine del mondo…”

    Una divinità malvagia ha mandato facebook sulla Terra per distruggerla… Probabilmente la prossima guerra sarà tra il gruppo di G.W.Bush ed il gruppo di Osama Bin Laden…

    Se hai visto i profili e le foto di tutti i tuoi amici e amici di amici…
    Se stai meditando di fare la rinuncia agli studi a seguito della malaugurata scelta di iscriverti a fb…
    Se ti hanno licenziato dal lavoro per lo stesso motivo…
    Se ti stai separando per lo stesso motivo..
    Se hai cercato il compagno di banco del tuo amico dell’asilo nido per farlo diventare tuo amico su fb…
    Se la notte sogni le notifiche di fb..
    Se ti porti il portatile anche in bagno (magari qualcuno dovesse scrivermi sul Wall)…
    Se, visto che hai solo il computer fisso, stai meditando sulla possibilità di costruire un bagno chimico o una turca vicino alla scrivania…
    Se dici “smetto quando mi pare con fb”.. ma poi aggiungi.. “vabbè ancora una settimana”..
    Se pensi che facebook sia come l’eroina e messenger sia ormai solo il suo metadone…
    Se hai fb come home page..
    Se ormai non fai più nuovi amici ma la tua vita è cercare quelli del passato..
    Se la tua mail ha solo posta di fb…
    Se hai buttato playstation, psp, xbox, nintendo 64, sega megadrive, supernintendo etc etc per giocare con il bowling di fb..
    Se qualora mettessero word, un mediaplayer scrauso e un mezzo blog su fb potrei anche pensare di cancellare xp, vista e linux..
    Se cerchi altri adepti a fb con la stessa persuasione dei testimoni di geova per distruggere anche la loro di vita(perchè la tua fame di amici è insaziabile)..
    Se ogni giorno cerchi quella/o che ti piaceva/o al liceo nella speranza che anche lei/lui sia lasciata/o inghiottire nel grande fratello di fb..
    Se ormai il racconto dei pettegolezzi comincia con ” ho letto sul fb di quello che…”
    Se avere la febbre e stare nel letto ha il suo risvolto positivo.. chiusa mortale su fb…
    Se stai organizzando o sei intenzionato a partecipare a qualunque tipo di rimpatriata.. anche a quella degli alpini della Val Brembana..
    Se la tua vista è scesa di un migliaio di gradi negli ultimi sei mesi e stai cercando un cane guida su ebay.. (per i maschietti la causa potrebbe non essere solo fb)..
    beh se ti ritrovi solo alcun di questi Se… Preparati.. la Fine è vicina.. solo questione di giorni…:)

    ^__^

  4. No, a parte gli scherzi comunque concordo in pieno…però facebook ha qualcosa di malvagio che ti attrae…ad esempio se non mi fossi mai iscritto a facebook non avrei mai potuto partecipare al gruppo:

    “We want Dungeon Keeper 3”

  5. Trovo questo video un complemento perfetto per il tuo post:

    http://it.youtube.com/watch?v=GWoVzNPggVs&NR=1

    Da non perdere.

  6. Ehm…il link non e’ stato messo proprio dove promesso, ma poco distante 🙂

  7. Analisi condivisibile e anche azzeccata, ma se permetti è incompleta (anche e soprattutto perché io con ankou6 ci devo sempre discutere e litigare, altrimenti non ci trovo sfizio 🙂 ).
    Ti preoccupi tanto della tua privacy e vedi in facebook un qualcosa che la viola ed hai ragione, ma puoi in qualche modo, limitare i danni che facebook fa, nel frattempo ti faccio notare che:
    usi gmail, la tua posta è conservata su server negli stati uniti, la cia può accedervi e anche su gmail, che usi via webmail, ti arrivano messaggi pubblicitari personalizzati, sanno con chi ti scrivi, con chi hai rapporti, di che tipo e di che parli;
    hai i javascript attivati e non blocchi i cookie per nessun sito, sempre l’onnipresente google ti propina pubblicità personalizzata con adsense un po’ in tutti i siti che visiti;
    sempre google sa con chi chatti, usi gtalk;
    sa anche che video guardi e carichi, ha comprato youtube;
    se usi feedburner per i feed del tuo blog sa chi sono i tuoi lettori;
    in più non usi otr per criptare le tue chat, grossomodo chiunque potrebbe leggere ciò che scrivi;
    non cripti la tua posta con gpg, come sopra;
    non usi tor, che anche se non perfetto aiuta a non rendere rintracciabili le tue navigazioni in rete;
    ti colleghi a reti wifi non protette, lasci il bluetooth del tuo telefonino sempre acceso: dai la possibilità a chiunque di entrare nella tua vita;
    un paio di altri milioni di leggerezze che permettono di violare la tua privacy e che né io né te conosciamo. Se non vuoi che la tua privacy sia continuamente violata in rete bisogna essere paranoici, triste verità. Personalmente un po’ lo sono, altre volte no, il che praticamente equivale a non esserlo. L’unica cosa su cui posso dire di essere stato efficace è rendere nullo, o quasi, l’effetto della profilazione commerciale su di me: firefox blocca facilmente tutta la pubblicità che mi propinano i siti che visito grazie a un paio di estensioni, magari tra un po’ scrivo un post aggiornato per l’argomento. Nel frattempo un piao di link:
    com’è facile entrare nella tua vita, anche senza facebook
    http://punto-informatico.it/2487730/Telefonia/Commenti/se-una-sera-inverno-un-viaggiatore.aspx
    Una raccolta di articoli di chi di privacy, rete e cose tecniche se ne intende sul serio, mica come me:
    http://punto-informatico.it/cerca.asp?s=cassandra%20calamari&t=4

  8. quindi? Visto che prima o poi qualcuno potrebbe riuscire a risalire alle mie informazioni personali tanto vale scrivere direttamente l’enciclopedia dei cazzi miei e pubblicarla su internet in modo che tutti possano vederla e controllarmi?

  9. Grazie ad Oniduke per aver partecipato a questa iniziativa!

  10. Non ho detto questo, semmai esattamente il contrario: il problema in rete non è solo facebook, ma anche tutto il resto. Se credi che basti non essere su facebook per tutelare la propria privacy pecchi d’ingenuità e ho solo cercato di farti vedere in quali altri punti la tua privacy rischia di essere violata.

  11. quoto malaerba, ha espresso chiaramente la stessa obiezione che avrei posto io ma non avrei potuto fare meglio. Pertanto lo pongo su un piedistallo, con tanto di statua equestre che lo raffigura.

  12. ciò non toglie che le locandine dei film modificate siano delle opere d’arte.

  13. Ripeto perché forse non avete colto (o voluto cogliere) il punto. NON NE FACCIO SEMPLICEMENTE UN PROBLEMA DI VIOLAZIONE DELLA PRIVACY in rete. Lo so benissimo che la privacy in rete (e non solo in rete) è sempre a rischio, ma Facebook è MOLTO PEGGIO.
    si tratta di una diffusione VOLONTARIA, NON CASUALE di dati personali importantissimi (a partire da nome, cognome e residenza) dati che poi risultano accessibili a chiunque, non solo a chi è abbastanza competente da smanettarci a lungo. Inoltre alcune di queste informazioni sarebbero davvero complesse da cercare senza la collaborazione di chi le fornisce volontariamente.
    E tra l’altro non ho capito la vostra argomentazione: secondo Malaerba
    “il problema in rete non è solo facebook, ma anche tutto il resto.”
    Quindi? Tana libera tutti? Che ci preoccupiamo a fare? Ma che razza di argomento è???
    Non mi curo l’ AIDS perché ho anche il cancro?
    Ma per favore!
    INFINE è davvero inquietante la svolta grande fratello collettivo implicita in facebook: tutti i tuoi “amici” possono controllare quello che fai. Per ora potreste aver ragione nel dire che nei fatti è poco meno che innocuo, ma ci vedo un ampio margine di peggioramento.
    Nel ventesimo secolo uno stato totalitario doveva mettere insieme una faticosa organizzazione per controllare il popolo e reprimere il dissenso. Agli stati totalitari del ventunesimo basteranno quattro ragazzini e uno scantinato pieno di computer.

  14. Vero, ma basterebbero anche 4 ragazzini e dei computer per disfare quest’ organizzazione…

  15. Due o tre obiezioni, ma val la pena ricordare che sono d’accordo con lo spirito del post? 🙂
    Non hai capito proprio la mia argomentazione: quando dico “il problema non è solo facebook, ma anche il resto” dico che dovremmo preoccuparci anche del resto. Dovremmo iniziare una riflessione collettiva: prendere tutti i nostri account, buttarli via e rifarci delle identità digitali (posta, IM, blog, ecc.) su servizi che garantiscano veramente la nostra privacy, ad esempio quelli di autistici/inventati e usare anche quelli con molta attenzione e parsimonia. Anche se facessimo questo (me lo ripropongo spesso, poi vince sempre la pigrizia) rimarrebbero schedate tutte le cose che abbiamo fatto finora. Al momento sia tu che io siamo schedabili e schedati con o senza facebook. La privacy totale non esiste, purtroppo, e non sono gli strumenti che utilizziamo a renderla vacillante: siamo noi, così come hai scritto bene all’inizio di questo post. Per il momento possiamo prendere qualche precauzione (ma la soluzione vera sarebbe quella di cui ho parlato prima):
    conosci il mio nome e il mio cognome reale, fai un account fittizio su facebook, con un indirizzo ad hoc e prova a cercarmi. Risultato: non ci riesci perché ho impostato l’account in maniera tale che solo chi autorizzo possa trovarmi. È uno strumento, bisogna saperlo usare e che rischi comporta. Non è la soluzione a tutti i mali, ma già aiuta; per di più non uso tutte quelle puttanate di fb che chiedono l’autorizzazione all’accesso ai tuoi dati personali e a quelli dei tuoi amici (test, cause ecc.). Di certo se metti su facebook i tuoi problemi di herpes genitale e rendi il profilo pubblico poi non lamentarti che la tua privacy sia violata. Assomiglia molto a parlare in una piazza ad alta voce o da una tribuna: cosa diresti? Le implicazioni sociologiche pure sono interessanti: perché non ti saluto da quindici anni e poi ti cerco su facebook o addirittura ti aggiungo agli amici? Vouyerismo? O solo sindrome da elenco corto? Si cerca in rete di supplire a una vita sociale che non c’è nel mondo reale? Sta di fatto che se aggiungi a caso tutti quelli che hai conosciuto dalle elementari ai giorni nostri permetti a tanti, troppi, di sapere i fatti tuoi, anche se il problema reale resta sempre che chi conosce i fatti tuoi è il proprietario dei server che ospitano i servizi che usi.

  16. Detto ciò, medito di uscire da facebook.

  17. Ma non ci riuscirai!

  18. Complimenti.Fermiamo facebook ,lo strumento usato dal sistema per controllarci e per sapere quali sono i nostri pensieri,gli amici e le idee politiche.anche io ci stavo cascando con la favoletta dei compagni di scuola che si ritrovano dopo decenni!

  19. il tuo link è un punto a favore della mia tesi paranoica! Detto questo, sì, è possibile cancellarsi da facebook, ma è una procedura nascosta e complessa, e non sono così sicuro che anche nel caso si opti per una cancellazione definitiva facebook provveda a metterla in atto…

  20. Infatti nessuno ha dato torto alla tua tesi (che non è paranoica) ti ho solo fatto notare che è incompleta. Tutti a preoccuparsi di facebook, ma la nostra privacy è in pericolo anche se facciamo una tessera punti al supermercato, se usiamo gmail o ci registriamo su un qualunque servizio web, ma oggi stiamo tutti a parlar male di facebook distogliendo l’attenzione da mille altri pericoli altrettanto gravi. Ogni volta accettiamo senza leggerle condizioni d’uso che tra le righe dicono proprio questo: ci faremo i fatti tuoi e li useremo per i porci comodi nostri. Forse facebook una cosa positiva l’ha avuta: sta facendo pensare molte persone su quanto sia importante tutelare i nostri dati personali, ma ricordiamo che il pericolo non è solo facebook.

  21. Per inciso, uno dei blog che hai segnalato è su myspace che ha condizioni d’utilizzo e capacità di mappatura non dissimili da facebook. Questa cosa mi ricorda tanto la pagliuzza nell’occhio del vicino e la trave nel proprio. (Non è riferita a te)

  22. Come ogni strumento basta saperlo utilizzare, e se proprio si è contrari basta non iscriversi a facebook!
    E poi oggi le nostre informazioni sono reperibili in un milione di modi…
    Sicuramente le tue paure sono legittime, ma attenzione a non andare a sfociare nella paranoia

  23. Anche il kalashnikov (comunque si scriva) è uno strumento, ma non penso lo si possa usare per arare i campi (non sto dicendo che facebook è come il kalashnikov, ma che se una cosa è uno strumento non è detto che possa essere uilizzato positivamente, e soprattutto, il fatto che possa essere utilizzato positivamente non vuol dire che venga effettivamente utilizzato positivamente)

  24. Il problema è quindi nelle persone non negli strumenti. A margine, potrei usare il fucile per difendermi o per difendere.

  25. Tipo: ” fuori dalla mia proprietà straniero?”
    We calderoli, ma non eri pacifista?
    :-p

  26. 😀
    O come i partigiani durante la resistenza?
    😉

  27. Ciao, la domanda allora è: perché tutti hanno accettato di farlo?
    Io non andrei sempre sul catastrofismo.
    Presentarsi con nome e cognome mi sembra invece un grande atto di responsabilità e di fiducia.
    Tu mi dirai che anche in politica abbiamo fatto scelte simili, scegliendo di farci controllare da un potere neanche tanto occulto. E sono la prima a credere che Berlusconi deve il suo strapotere ai suoi soldi e al marketing di cui è aziendalmente in possesso.
    Ma dove si insedia Berlusconi? All’interno di un enorme conflitto di interesse che noi italiani non abbiamo rifiutato ma abbiamo avallato negli anni.
    Avremmo potuto dirgli di no. Ma non l’abbiamo fatto. Io mi preoccuperei di questo.
    Quanto alla pubblicità profilata, come si dice in gergo, non mi sembra un male, anzi, è credo una ulteriore possibilità di scelta da parte di un consumatore che è comunque continuamente bombardato da brand e markette.
    Comunque, complimenti per la riflessione.
    Credo sia l’atteggiamento necessario per fare buon uso di uno strumento potente. Purché non sfoci nel disfattismo o nel conservatorismo. Tanto il mondo va avanti. E la comunicazione lo segue.

  28. Ragazzi vi voglio bene… ho passato talmente tanto tempo a destestare questa roba (mi da fastidio anche solo il nome) che non so più cosa dire.

  29. Vi posto questo articolo fantastico che ho trovato su http://www.odiofacebook.net
    che a sua volta lo ha preso da
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5266

    CON AMICI COME QUESTI…

    Fonte: Come Don Chisciotte, tradotto da PAOLO YOGURT

    DI TOM HODGKINSON
    The Guardian

    Facebook ha 59 milioni di utenti – e due milioni di nuovi iscritti ogni settimana. Ma tra questi non troverete Tom Hodgkinson che rilascia volontariamente i propri dati personali; non ora che conosce la politica delle persone che stanno dietro questo sito di social networking.

    Io disprezzo Facebook. Questa azienda statunitense di enorme successo si descrive come «un servizio che ti mette in contatto con la gente che ti sta intorno». Ma fermiamoci un attimo. Perché mai avrei bisogno di un computer per mettermi in contatto con la gente che mi sta intorno? Perché le mie relazioni sociali debbono essere mediate dalla fantasia di un manipolo di smanettoni informatici in California? Che ha di male il baretto?

    E poi, Facebook mette davvero in contatto la gente? Non è vero invece che ci separa l’uno dall’altro, dal momento che invece di fare qualcosa di piacevole come mangiare, parlare, ballare e bere coi miei amici, mando loro soltanto dei messaggini sgrammaticati e foto divertenti nel ciberspazio, inchiodato alla scrivania? Un mio amico poco tempo fa mi ha detto di aver trascorso un sabato notte a casa da solo su Facebook, bevendo seduto alla sua scrivania. Che immagine deprimente. Altro che mettere in contatto la gente, Facebook ci isola, fermi nel posto di lavoro.

    Per di più, Facebook fa leva, per così dire, sulla nostra vanità e autostima. Se carico una mia foto che ritrae il mio profilo migliore, e assieme metto una lista delle cose che mi piacciono, posso costruire una rappresentazione artificiale di me stesso, con lo scopo di essere sessualmente attraente e di guadagnarmi l’altrui approvazione. («Mi piace Facebook», mi ha detto un altro amico. «Mi ha fatto trombare»). Incoraggia inoltre una inquietante competitività intorno all’amicizia: sembra che nell’amicizia oggi conti la quantità, e la qualità non sia affatto considerata. Più amici hai, meglio sei. Sei “popolare”, nel senso che i liceali statunitensi amano tanto. A riprova di ciò sta la copertina della nuova rivista su Facebook dell’editore Dennis Publishing: «Come raddoppiare la tua lista di amici».

    Sembra, però, che io sia piuttosto solo nella mia ostilità. Mentre scriviamo, Facebook sostiene di avere 59 milioni di utenti attivi, compresi 7 milioni dal Regno Unito, la terza nazione per numero di clienti dopo gli Usa e il Canada. Cinquantanove milioni di babbei, che hanno dato tutti volontariamente le informazioni della propria carta d’identità e le proprie scelte di consumatore a un’azienda statunitense che non conoscono. Due milioni di persone si iscrivono ogni settimana. Se proseguirà all’attuale volume di crescita, Facebook supererà i 200 milioni di utenti attivi nello stesso periodo dell’anno prossimo. E personalmente prevedo che, anzi, il suo volume di crescita subirà un’accelerazione nei mesi venturi. Come ha dichiarato il portavoce di Facebook Chris Hughes: «[Facebook] ha raggiunto una tale integrazione che è difficile sbarazzarsene».

    Tutto ciò sarebbe sufficiente a farmi rifiutare Facebook per sempre. Ma ci sono altre ragioni per odiarlo. Molte altre ragioni.

    Facebook è un progetto ben foraggiato, e le persone che stanno dietro il finanziamento, un gruppo di capitalisti “di rischio” della Silicon Valley, hanno un’ideologia ben congegnata che sperano di diffondere in tutto il mondo. Facebook è una delle manifestazioni di questa ideologia. Come Paypal prima di esso, è un esperimento sociale, un’espressione di un particolare tipo di liberalismo neoconservatore. Su Facebook puoi essere libero di essere chi vuoi, a patto che non ti dia fastidio essere bombardato da pubblicità delle marche più famose al mondo. Come con Paypal, i confini nazionali sono una cosa ormai obsoleta.

    Malgrado il progetto sia stato concepito inizialmente dalla star da copertina Mark Zuckerberg, il vero volto che sta dietro Facebook è il quarantenne venture capitalist della Silicon Valley e filosofo “futurista” Peter Thiel. Ci sono soltanto tre consiglieri di amministrazione per Facebook, e sono Thiel, Zuckerberg e un terzo investitore che si chiama Jim Breyer, che proviene da un’azienda di venture capital, la Accel Partners (di lui parleremo più avanti). Thiel investì 500 mila dollari in Facebook quando gli studenti di Harvard Zuckerberg, Chris Hughes e Dustin Moskowitz lo incontrarono a San Francisco nel giugno del 2004, non appena fecero partire il sito. Thiel, secondo la stampa, oggi possiede il 7 per cento di Facebook, quota che, secondo l’attuale stima del valore dell’azienda di 15 miliardi di dollari, vale più di un miliardo. Chi siano esattamente i cofondatori originali di Facebook è controverso, ma chiunque siano, Zuckerberg è l’unico rimasto nel consiglio d’amministrazione, malgrado Hughes e Moskowitz lavorino ancora per l’azienda.

    Thiel è considerato da molti nella Silicon Valley e nel mondo del venture capital a stelle e strisce come un genio del liberismo. È il cofondatore e amministratore delegato del sistema bancario virtuale Paypal, che vendette a Ebay per un miliardo e mezzo di dollari, tenendo per sé 55 milioni. Gestisce anche un hedge fund da 3 miliardi di euro, il Clarium Capital Management, e un fondo di venture capital, Founders Fund. La rivista Bloomberg Markets l’ha recentemente descritto come «uno dei manager di hedge fund più di successo del paese». Ha fatto i soldi scommettendo sul rialzo del prezzo del petrolio e azzeccando la previsione che il dollaro si sarebbe indebolito. Lui e i suoi straricchi compagni della Silicon Valley sono stati recentemente etichettati come “La mafia di Paypal” dalla rivista Fortune, il cui cronista ha notato anche che Thiel ha un maggiordomo in livrea e una supercar della McLaren da 500 mila dollari. Thiel è anche un campione di scacchi ed ama la competizione. Si dice che una volta dopo aver perso una partita, in un accesso d’ira, abbia gettato a terra tutte le pedine. E non si scusa per la sua iper-competitività: «Un buon perdente resta sempre un perdente».

    Ma Thiel è più di un semplice capitalista scaltro e avido. Infatti è anche un filosofo “futurista” e un attivista neocon. Filosofo laureato a Stanford, nel 1998 fu tra gli autori del libro The Diversity Myth [Il Mito della Diversità, ndt], un attacco dettagliato all’ideologia multiculturalista e liberal che dominava Stanford. In questo libro sosteneva che la “multicultura” portava con sé una diminuzione delle libertà personali. Da studente di Stanford, Thiel fondò un giornale destrorso, che esiste ancora, la Stanford Review, il cui motto è Fiat Lux (”Sia la luce”). Thiel è membro di TheVanguard.org, un gruppo di pressione neoconservatore basato su internet, nato per attaccare MoveOn.org, gruppo di pressione liberal attivo sul web. Thiel si dichiara «estremamente libertario».

    TheVanguard è gestito da un certo Rod D. Martin, capitalista-filosofo molto ammirato da Thiel. Sul sito, Thiel dice: «Rod è una delle menti di spicco nel nostro paese per quanto riguarda la creazione di nuove e necessarie idee sulle politiche pubbliche. Ha una comprensione dell’America più completa di quella che hanno della propria azienda molti amministratori delegati».

    Il piccolo assaggio che segue, preso dal loro sito, vi darà l’idea della loro visione del mondo: «TheVanguard.org è una comunità online che crede nei valori conservatori, nel libero mercato e nella limitazione del governo come gli strumenti migliori per portare speranza e opportunità sempre maggiori per tutti, specie per i più poveri fra noi». Il loro scopo è quello di promuovere linee politiche che «diano nuova forma all’America e al mondo intero». TheVanguard descrive le proprie politiche come «reaganiane-thatcheriane». Il messaggio del presidente recita così: «Oggi daremo a MoveOn [il sito liberal], a Hillary e ai media di sinistra una lezione che non si aspetterebbero mai».

    Non ci sono dubbi sulle idee politiche di Thiel. Ma qual è la sua filosofia? Sono andato ad ascoltarmi, in un podcast, un discorso di Thiel circa le sue idee sul futuro. La sua filosofia, in breve, è questa: fin dal XVII secolo, alcuni pensatori illuminati hanno strappato il mondo dalla sua antiquata vita legata alla natura – e qui cita la famosa descrizione fatta da Thomas Hobbes della vita come «meschina, brutale e breve» – per portarlo verso un nuovo mondo virtuale nel quale la natura è conquistata. Il valore è ora assegnato alle cose immaginarie. Thiel afferma che PayPal è nato proprio da questa credenza: che si possa trovare valore non in oggetti concreti fatti da mano d’uomo, ma in relazioni fra esseri umani. Paypal è un modo di spostare denaro in giro per il mondo senza limitazioni. Bloomberg Markets la pone così: «Per Thiel, PayPal significa libertà: permetterebbe alla gente di scansare i controlli sulla valuta e spostare denaro in giro per il mondo».

    Chiaramente, Facebook è un altro esperimento iper-capitalista: si possono ricavare soldi dall’amicizia? Si possono creare comunità libere dai confini nazionali, e poi vendere loro Coca Cola? Facebook non è per niente creativo. Non produce assolutamente nulla. Tutto quello che fa è mediare relazioni che si sarebbero allacciate in ogni caso.

    Il mentore filosofico di Thiel è un certo René Girard dell’università di Stanford, ideatore di una teoria del comportamento umano chiamata “desiderio mimetico”. Girard ritiene che le persone siano essenzialmente come pecore e si imitino l’una con l’altra senza pensarci troppo su. La teoria sembra essere provata anche nel caso dei mondi virtuali di Thiel: l’oggetto desiderato è irrilevante; è sufficiente soltanto che gli esseri umani abbiamo la tendenza a muoversi in greggi. Da qui derivano le bolle finanziarie. Da qui deriva l’enorme popolarità di Facebook. Girard è un habitué delle serate intellettuali di Thiel. Tra l’altro, una cosa che non potrete trovare nella filosofia di Thiel sono gli antiquati concetti che appartengono al mondo reale, come Arte, Bellezza, Amore, Piacere e Verità.

    Internet è un’immensa attrattiva per i neocon come Thiel, perché promette, in un certo senso, libertà nelle relazioni umane e negli affari, libertà dalle noiose leggi nazionali, dai confini nazionali e da altre cose di questo genere. Internet apre un mondo di espansione per il libero mercato e per il laissez-faire. Thiel sembra approvare anche i paradisi fiscali offshore, e sostiene che il 40 per cento della ricchezza mondiale si trova in posti come Vanuatu, le isole Cayman, Monaco e le Barbados. Penso sia giusto dire che Thiel, come Rupert Murdoch, è contrario alle tasse. Gli piace anche la globalizzazione della cultura digitale, perché rende quasi inattaccabili i padroni delle banche: «I lavoratori non possono fare una rivoluzione per impossessarsi di una banca, se quella banca ha sede a Vanuatu», dice.

    Se la vita del passato era meschina, brutale e breve, Thiel vuole rendere la vita del futuro molto più lunga, investendo a questo fine in un’azienda che esplora tecnologie per allungare la vita. Ha promesso tre milioni e mezzo di sterline a un gerontologo di Cambridge, Aubrey de Grey, che sta cercando la chiave dell’immortalità. Thiel è anche membro del collegio dei consulenti di qualcosa come il Singularity Institute for Artificial Intelligence. Nel suo fantastico sito internet, si trovano le seguenti parole: «La Singularity è la creazione tecnologica di un’intelligenza superiore a quella umana. Ci sono parecchie tecnologie […] che vanno in questa direzione […] l’Intelligenza Artificiale […] interfacce che collegano direttamente computer e cervello […] ingegneria genetica […] differenti tecnologie che, se raggiungessero una certa soglia di complessità, permetterebbero la creazione di un’intelligenza superiore a quella umana».

    Per sua stessa ammissione, quindi, Thiel sta cercando di distruggere il mondo reale, da lui chiamato anche “natura”, e di installare al suo posto un mondo virtuale. Ed è in questo contesto che dobbiamo vedere il successo di Facebook. Facebook è un esperimento volto deliberatamente alla manipolazione mondiale, e Thiel è un brillante personaggio del pantheon neoconservatore con un debole per incredibili fantasie “tecno-utopiche”. E io non voglio aiutarlo a diventare più ricco.

    Il terzo membro del consiglio di amministrazione di Facebook è Jim Breyer. È parte della ditta di venture capital Accel Partners, che ha messo 12 milioni e 700 mila dollari per il progetto Facebook nell’aprile 2005. Oltre a essere membro di questi giganti statunitensi, della stessa caratura di Wal-Mart e Marvel Entertainment, è anche ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA). Sono queste le persone che hanno successo in America, perché investono in nuovi e giovani talenti, come Zuckerberg. La più recente raccolta di finanziamenti di Facebook fu portata avanti da un’azienda, la Greylock Venture Capital, che fornì 27 milioni 500 mila dollari. Uno dei più vecchi soci di Greylock è Howard Cox, altro ex presidente della NVCA, e membro del CdA di In-Q-Tel. Che cos’è In-Q-Tel? Beh, che ci crediate o no (andatevi a vedere il suo sito), è la costola della Cia nel capitale di rischio. Dopo l’Undici Settembre, la comunità dei servizi segreti Usa divenne così entusiasta delle possibilità della nuova tecnologia e delle innovazioni del settore privato, che nel 1999 costituì il proprio fondo di capitale di rischio, l’In-Q-Tel, che «identifica e collabora con le aziende che sviluppano tecnologie all’avanguardia, per aiutare a rilasciare questi ritrovati alla Central Intelligence Agency e alla più vasta US Intelligence Community (IC) al fine di promuovere la loro missione»*.

    Il dipartimento della difesa statunitense e la Cia amano la tecnologia perché rende lo spionaggio più facile. «Abbiamo bisogno di trovare nuovi modi per dissuadere i nuovi avversari», disse nel 2003 il segretario della Difesa Donald Rumsfeld. «Dobbiamo fare il salto nell’era dell’informatica, che costituisce le fondamenta essenziali dei nostri sforzi di cambiamento». Il primo presidente di In-Q-Tel fu Gilman Louie, che sedette nel CdA di NVCA assieme a Breyer. Un’altra figura chiave nel team di In-Q-Tel è Anita K. Jones, ex direttrice della sezione ricerca e ingegneria del dipartimento della Difesa, e, assieme a Breyer, membro del CdA di BBN Technologies. Quando abbandonò il dipartimento della Difesa, il senatore Chuck Robb le fece questo omaggio: «Lei ha unito tecnologia e comunità militari operative per dare vita a piani dettagliati con il fine di sostenere il dominio Usa sui campi di battaglia del prossimo secolo».

    Ora, anche se non si accetta l’idea che Facebook sia una specie di estensione del programma imperialistico statunitense incrociata con uno strumento per raccogliere immense quantità d’informazioni, non si può in nessun modo negare che, come affare, sia davvero geniale. Qualche smanettone online ha fatto intendere che la sua valutazione di 15 miliardi di dollari sia eccessiva, ma io direi semmai che è troppo contenuta. La sua grandezza dà le vertigini, e il potenziale di crescita è virtualmente infinito. «Vogliamo che tutti siano in grado di usare Facebook», dice l’impersonale voce del Grande Fratello sul sito. E penso proprio che lo faranno. È l’enorme potenziale di Facebook che spinse Microsoft a comprarne l’1,6 per cento per 240 milioni di dollari. Recentemente circolano voci secondo cui un investitore asiatico, Lee Ka-Shing, il nono uomo più ricco della terra, abbia comprato lo 0,4 per cento di Facebook per 60 milioni di dollari.

    I creatori del sito non fanno altro che giocherellare col programma. In genere, stanno seduti con le mani in mano a guardare milioni di “drogati” di Facebook fornire di spontanea volontà i dettagli della loro carta d’identità, le loro foto e la lista dei loro oggetti di consumo preferiti. Ricevuto questo smisurato database di esseri umani, Facebook vende semplicemente le informazioni agli inserzionisti, o, come ha detto Zuckerberg in uno degli ultimi post sul blog, «cerca di aiutare le persone a condividere informazioni con i loro amici riguardo alle cose che fanno sul web». Ed è infatti proprio ciò che accade. Il 6 novembre dello scorso anno, Facebook annunciò che 12 marchi mondiali erano saliti a bordo. Tra essi, c’erano Coca Cola, Blockbuster, Verizon, Sony Pictures e Condé Nast. Ben allenati in stronzate da marketing di altissimo livello, i loro rappresentanti gongolavano con commenti come questo:

    «Con Facebook Ads, i nostri marchi possono diventare parte del modo di comunicare e interagire degli utenti su Facebook», disse Carol Kruse vicepresidente della sezione marketing interattivo globale, gruppo Coca Cola.

    «È un modo innovativo di far nascere e crescere relazioni con milioni di utenti di Facebook permettendo loro di interagire con Blockbuster in maniera conveniente, pertinente e divertente», disse Jim Keyes, presidente e amministratore delegato di Blockbuster. «Ciò va al di là della creazione di pubblicità efficaci. Si tratta piuttosto della partecipazione di Blockbuster alla comunità dei consumatori, cosicché, in cambio, i consumatori si sentano motivati a condividere i vantaggi del nostro marchio con gli amici».

    “Condividere” è la parola in lingua di Facebook che sta per “pubblicizzare”. Chi si registra a Facebook diventa un girovago che parla delle reclame di Blockbuster o della Coca Cola, e tesse le lodi di questi marchi agli amici. Stiamo assistendo alla mercificazione delle relazioni umane, l’estrazione di valore capitalistico dall’amicizia.

    Ora, in confronto a Facebook, i giornali, per esempio, come modello d’impresa, sembrano disperatamente fuori moda. Un giornale vende spazi pubblicitari alle imprese che cercano di vendere la loro roba ai lettori. Un sistema che è però molto meno complesso di quello di Facebook. E questo per due ragioni. La prima è che i giornali debbono sopportare fastidiose spese per pagare i giornalisti che forniscono contenuti. Facebook, invece, i contenuti li ha gratis. La secondo è che Facebook può calibrare la pubblicità con una precisione infinitamente superiore rispetto a un giornale. Se, per esempio, si dice su Facebook di amare il film This Is Spinal Tap, quando uscirà nei cinema un film simile, state pur sicuri che vi terranno informati. Mandandovi la pubblicità.

    È vero che Facebook ultimamente è stato nell’occhio del ciclone per il suo programma di pubblicità Beacon. Agli utenti veniva recapitato un messaggio che diceva che i loro amici avevano fatto acquisti in un certo negozio online. Furono 46 mila gli utenti a reputare questo tipo di pubblicità troppo invasiva, tanto che giunsero a firmare una petizione dal titolo «Facebook, smettila di invadere la mia privacy!». Zuckerberg si scusò nel blog aziendale, scrivendo che il sistema era ora cambiato da “opt out” [1] a “opt in” [2]. Io ho il sospetto però che questa piccola ribellione per essere stati così spietatamente mercificati sarà presto dimenticata: dopotutto, ci fu un’ondata di protesta nazionale da parte del movimento delle libertà civili quando si dibattè nel Regno Unito l’idea di una forza di polizia a metà del XIX secolo.

    E per di più, voi utenti di Facebook avete mai letto davvero l’informativa sulla privacy? Ti dice che non è che di privacy ne hai poi molta. Facebook fa finta di essere un luogo di libertà, ma in realtà è più simile a un regime totalitario virtuale mosso dall’ideologia, con una popolazione che molto presto sarà superiore a quella del Regno Unito. Thiel e gli altri hanno dato vita al loro paese, un paese di consumatori.

    Ora, voi, come Thiel e gli altri nuovi signori del ciberuniverso, potreste reputare questo esperimento sociale tremendamente eccitante. Ecco qui finalmente lo Stato illuminista desiderato ardentemente fin dal tempo in cui i Puritani, nel XVII secolo salparono verso l’America del Nord. Un mondo dove tutti sono liberi di esprimersi come vogliono, a seconda di chi li sta guardando. I confini nazionali sono un’anticaglia. Tutti ora fanno capriole insieme in uno spazio virtuale dove ci si può esprimere a ruota libera. La natura è stata conquistata attraverso l’illimitata ingegnosità umana. E voi potreste decidere di inviare a quel geniale investitore di Thiel tutti i vostri soldi, aspettando con impazienza la quotazione ufficiale dell’inarrestabile Facebook.

    O, in alternativa, potreste riflettere e rifiutare di essere parte di questo ben foraggiato programma, volto a creare un’arida repubblica virtuale, dove voi stessi e le vostre relazioni con gli amici siete convertiti in merce da vendere ai colossi multinazionali. Potreste decidere di non essere parte di questa Opa contro il mondo.

    Per quanto mi riguarda, rifuggirò Facebook, rimarrò scollegato il più possibile, e trascorrerò il tempo che ho risparmiato non andando su Facebook facendo qualcosa di utile, come leggere un libro. Perché sprecare il mio tempo su Facebook quando non ho ancora letto l’Endimione di Keats? Quando devo piantare semi nel mio orto? Non voglio rifuggire la natura, anzi, mi ci voglio ricollegare. Al diavolo l’aria condizionata! E se avessi voglia di mettermi in contatto con la gente intorno a me, tornerei a usare un’antica tecnologia. È gratis, è facile da usare e ti permette un’esperienza di condivisione di informazioni senza pari: è la parola.

    L’informativa sulla privacy di Facebook

    Per farvi quattro risate, provate a sostituire le parole “Grande Fratello” dove compare la parola “Facebook”

    1 Ti recapiteremo pubblicità

    «L’uso di Facebook ti dà la possibilità di stabilire un tuo profilo personale, instaurare relazioni, mandare messaggi, fare ricerche e domande, formare gruppi, organizzare eventi, aggiungere applicazioni e trasmettere informazioni attraverso vari canali. Noi raccogliamo queste informazioni al fine di poterti fornire servizi personalizzati»

    2 Non puoi cancellare niente

    «Quando aggiorni le informazioni, noi facciamo una copia di backup della versione precedente dei tuoi dati, e la conserviamo per un periodo di tempo ragionevole per permetterti di ritornare alla versione precedente»

    3 Tutti possono dare un’occhiata alle tue intime confessioni

    « […] e non possiamo garantire – e non lo garantiamo – che i contenuti da te postati sul sito non siano visionati da persone non autorizzate. Non siamo responsabili dell’elusione di preferenze sulla privacy o di misure di sicurezza contenute nel sito. Sii al corrente del fatto che, anche dopo la cancellazione, copie dei contenuti da te forniti potrebbero rimanere visibili in pagine d’archivio e di memoria cache e anche da altri utenti che li abbiano copiati e messi da parte nel proprio pc».

    4 Il tuo profilo di marketing fatto da noi sarà imbattibile

    «Facebook potrebbe inoltre raccogliere informazioni su di te da altre fonti, come giornali, blog, servizi di instant messaging, e altri utenti di Facebook attraverso le operazioni del servizio che forniamo (ad esempio, le photo tag) al fine di fornirti informazioni più utili e un’esperienza più personalizzata».

    5 Scegliere di non ricevere più notifiche non significa non ricevere più notifiche

    «Facebook si riserva il diritto di mandarti notifiche circa il tuo account anche se hai scelto di non ricevere più notifiche via mail»

    6 La Cia potrebbe dare un’occhiata alla tua roba quando ne ha voglia

    «Scegliendo di usare Facebook, dai il consenso al trasferimento e al trattamento dei tuoi dati personali negli Stati Uniti […] Ci potrebbe venir richiesto di rivelare i tuoi dati in seguito a richieste legali, come citazioni in giudizio od ordini da parte di un tribunale, o in ottemperanza di leggi in vigore. In ogni caso non riveliamo queste informazioni finché non abbiamo una buona fiducia e convinzione che la richiesta di informazioni da parte delle forze dell’ordine o da parte dell’attore della lite soddisfi le norme in vigore. Potremmo altresì condividere account o altre informazioni quando lo riteniamo necessario per osservare gli obblighi di legge, al fine di proteggere i nostri interessi e le nostre proprietà, al fine di scongiurare truffe o altre attività illegali perpetrate per mezzo di Facebook o usando il nome di Facebook, o per scongiurare imminenti lesioni personali. Ciò potrebbe implicare la condivisione di informazioni con altre aziende, legali, agenti o agenzie governative»

    *Nota del Redattore: nella versione originale l’articolo è preceduto dalla seguente rettifica:

    “La rettifica che segue è stata stampata nella sezione Rettifiche e chiarimenti del Guardian, mercoledì 16 gennaio 2008

    L’entusiasmo della comunità dei servizi segreti statunitensi per il rinnovamento hi-tech dopo l’Undici Settembre e la creazione dell’In-Q-Tel, il suo fondo di venture capital, nel 1999, sono stati anacronisticamente correlati nell’articolo qui sotto. Dal momento che l’attentato alle Torri Gemelle avvenne nel 2001, non può essere stato ciò che ha portato alla fondazione dell’In-Q-Tel due anni prima.”

    NOTE DEL TRADUTTORE

    [1] Con il termine inglese opt-out (in cui opt è l’abbreviazione di option, opzione) ci si riferisce ad un concetto della comunicazione commerciale diretta (direct marketing), secondo cui il destinatario della comunicazione commerciale non desiderata ha la possibilità di opporsi ad ulteriori invii per il futuro. (fonte: Wikipedia)

    [2] Si definisce opt-in il concetto inverso, ovvero la comunicazione commerciale può essere indirizzata soltanto a chi abbia preventivamente manifestato il consenso a riceverla. (fonte: Wikipedia)

  30. Ragazzi/e ho letto con attenzione i vostri commenti al post principale ed il post stesso … volevo dire un paio di cose se posso 🙂 : siamo fondamentalmente tutti d’accordo ma, allargando il discorso, le falle sui dati riguardanti la privacy sono già numerose (quotone generale a malaerba).
    Sono un utente fb e il mio profilo è composto da dati facilmente reperibili, non mi interessa quanti amici ho e non sono membro di nessun gruppo, grazie a faccialibro ho ritrovato compagni delle medie e delle superiori perchè, anche se sono nella fascia 18/25, inevitabilmente le strade si dividono e non è FISICAMENTE possibile mantenere contatti con tutte le persone valide che si incontrano nella vita (anche se l’autore del post afferma il contrario).
    Chi si trasferisce a Parigi, che se ne va in australia, chi studia a Milano … cosa faccio, li chiamo tutti??
    Fb è solo uno strumento, se poi ci sono
    – quelli che fanno a gara a chi ha più amici
    – quelli che ci passano il sabato sera
    – quelli che lo usano per parlare con il proprio compagno/a
    – quelli che si iscrivono al gruppo BEVO AMARO MONTENEGRO
    beh, ca@@i loro no? Persone tristi ma libere di fare quello che vogliono, saranno contenti quelli della AMARO MONTENEGRO!

    …tra i finanziatori di Fb c’è la CIA … no?!?!? veramente!??! …direi OVVIAMENTE, non serve nemmeno fare spionaggio per ottenere facilmente informazioni, non so perchè ma non mi sembra una notiziona!

    A capo c’è un tipo che ha fondato Paypal etc etc … beh lui potrà anche essere un liberal-ipercompetitivo etc etc, se si comporta illegalmente/se preferisce usare paradisi off-shore per i suoi miliardi e/o se ci sono comportamenti illegali o moralmente discutibili parliamone a parte … facebook è un’idea CRETINA ma che funziona bene (e paypal è un’idea cretina che funziona ottimamente)

    … o qui nessuno guarda più Zelig perchè lo fanno su mediaset …?

    tutto questo IMHO ovviamente 🙂

  31. Quoto parecchio Boss.

    (e saluto gas)

  32. Cari Diomira, Boss e czarn, nonostante questo blog possa essere colpevolmente frainteso per una specie di san Patrignano per i drogati di facebook, a me non interessa particolarmente convincervi della bontà del nostro metadone, quindi trovo il vostro atteggiamento “tanto io smetto quando voglio” e “ma al mondo ci son problemi più gravi di io che mi buco” totalmente legittimo. Il mondo è bello perché anche i drogati come voi possono esprimere le proprie opinioni (anche se non vi darò mai 2 euro per un panino)

  33. beccatevi la mia spocchia!

  34. Una nota di spocchiosa pedanteria: nell’articolo di cui sopra si legge

    “Dopo l’Undici Settembre, la comunità dei servizi segreti Usa divenne così entusiasta delle possibilità della nuova tecnologia e delle innovazioni del settore privato, che nel 1999 costituì il proprio fondo di capitale di rischio, l’In-Q-Tel”.

    Mi stavo chiedendo a quale 11 settembre si riferisca…prima del ’99…

  35. Ops. Vista la contraddizione, non mi ero preso la briga di finire di leggerlo…

  36. OT
    eh fai bene 🙂 pensa che io ne ho dati 5 ad uno che mi ha detto “sono a secco, bloccato con il furgone della ditta, mi dai 5 euro per fare benzina?”
    /OT
    si insomma anouk6, quando ti iscrivi a faccialibro fammi sapere, sarò sicuramente tuo amico 😉

  37. Sono assolutamente d’accordo con te! Io non ho account facebook esattamente per questo motivo, oltre alla assoluta mancanza di voglia di sentire gente che non vedo da anni e con cui non ho rapporti.

  38. Aggiungo: è tristemente inutile tentare di fare ragionare gli italiani su qualsiasi argomento, dato che più in là del loro naso non vanno e non leggono.

  39. Aggiunta 3: in giappone le persone internet dipendendi sono state individuate sotto una specifica patologia e vengono definite otaku.

  40. Bhe ripasso da queste parti e trovo ankou6 sempre più asceta ormai.. hehe.
    Abbandonata la politica per KO tecnico ora i grandi temi della libertà individuale..
    Bene! Sono d’accordo anche se la ns. privacy ormai è un colabrodo. Non ci sono più segreti ma anche dare in pasto al nemico tutto e rendergli la vita facile… Siamo lumache che lasciano una grande scia di bava… Enormi , lente lumache che tentano la fuga dall’uomo col sacco di juta che le vuole cogliere.. Ma chi è L’UOMO COL SACCO e per chi saranno le Escargot….

  41. “Abbandonata la politica per KO tecnico ora i grandi temi della libertà individuale..”

    tristemente quoto

    (anche se quoto è una parola orribile)

  42. giàbartolomeobatida

    Non penso leggerò mai l’Endymion di Keats, preferisco i fumetti, ma sono di fondo d’accordo sul contenuto del post. I grandi temi della libertà individuale sono peraltro altamente “politici”.
    A proposito, non vi sembra che Schifani ultimamente abbia assunto un atteggiamento quasi arci-vescovile?

  43. Se intendi nello stile di “il padrino parte terza”

    Sì.

  44. giàbartolomeobatida

    Anche nello stile di “Roma” di Fellini: in particolare la scena con la sfilata dei nuovi modelli di abiti ecclesiastci

  45. Mi raccomando la prima cosa da sapere su internet è che non devi MAI inserire i tuoi dati personali

    SANTE SANTE SANTE SANTE SANTE PAROLE!

    più Sante ancora di

    Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni … L’ottavo giorno si circonciderà il bambino
    Levitico 12,1-3

    E quasi più Sante di:

    Dio disse alla donna:
    Moltiplicherò
    i tuoi dolori e le tue gravidanze,
    con dolore partorirai figli.
    VERSO TUO MARITO SARA’ IL TUO ISTINTO
    MA EGLI TI DOMINERA’

    Genesi 3,16

  46. aderisco, aderisco, aderisco. Facebook è l’ulteriore espressione del Male in una società in cui tutto è virtuale, assopito e controllato.

  47. “Accidenti con queste invasioni della privacy … oggi non posso telefonare a un’amico di facebook (Mario Mautone) neppure per raccomandare qualcuno o sistemare qualche appalto che mi beccano subito .. “… Cristiano Di Pietro ehehehhee ITALIA DEI VALORI….

  48. ho visto gente riconoscere in 0,0001 secondi il profilo della Lettonia, o riconoscere in meno tempo ancora la bandiera delle Mauritius.

    tutto ciò è diabolico.

  49. eheh.. ritorno anche io a postare su qursto bellissimo blog, dopo una lunga assenza..
    Ebbene si, mi sono iscritto anche io a Facebook, ma me ne sto pentendo.. Ho usato tutte le cautele che ha usato anche malaerba, però mi sono reso conto che alla fin fine ho messo in bella mostra e a disposizion di tutti, alcuni miei dati sensibili!
    Certo che non tutti si rendono conto di come la propria privacy è messa in pericolo, e secondo me i licenziamenti a causa delle scritte su facebook (sono a lavoro ma non faccio un cazzo, etc etc) sono più che giusti!
    Pensate che alcuni cretini hanno fondato questo gruppo :
    ” QUELLI CHE NN HANNO MAI COMPRATO UN CD ORIGINALE ! MA SEMPRE SCARICATO!!”
    ora la polizia postale non dovrà fare molte indagini per trovare chi infrage la legge e scarica mmusica illegalmente, basta che fanno un salto su FAcebook!!!
    E ci sono molti gruppi simili a questi.. poveri noi!!!

  50. Eheh.. il post di Boss è esemplificativo della situazione. Il problema è che alla gente in fondo non gliene frega un granché se gente che governa il mondo mette il naso nei fatti loro per mangiarci sopra. “Embé..?” tanto, ti diranno, “..è tutto uno schifo si sa, non sarò io a cambiare le cose, eeeh ma se vai a vedere pure dall’altra parte del telefono c’è quello che ti sente…” e così via. E allora tanto vale calarsi le brache e spalmarsi da soli la vasella, che tanto prima o poi il momento deve arrivà..
    “Embé.. embé..?”
    Le virtù sono di pochi, come anche l’intelligenza. E’ triste constatare che a conti fatti il mondo è destinato ad andare in rovina, e la libertà scambiata volentieri per qualsiasi cosa ti faccia sentire più fico, più interessante, e soprattutto meno solo di quello che sei.
    Contornato da uno stuolo di cloni che ti ripetono con lo sguardo ebete: “embé?..”

  51. giàbartolomeobatida

    Oh bambinello, hai colto il problema, anche se ti sei lanciato in una omelia degna del pulpito di una grande cattedrale. Tanto per continuare sullo stesso tono: ma quanti sono, a parte la questione Facebook, gli “embé?” che diciamo tutti i giorni di fronte alle mille problematiche che affliggono il nostro mondo reale e non virtuale? Penitentiàgite

  52. giàbartolomeobatida

    a capomanipolo una metafora biblica: perché guardi la pagliuzza nell’occhio del dipietro e non ti accorgi della trave nell’occhio del bocchino?

  53. La trave Bocchino non l’ha certo nell’occhio!

    Ahr Ahr Ahr!

    (ankou è in modalità volgarità da ragazzino delle medie)

  54. ho letto con attenzione il post, e alcuni (non tutti) commenti qua sotto.
    Sono d’accordo su alcune cose, ma mi sembra che davvero si stia creando uno scenario per niente veritiero.
    punto 1: se sono un utente internet un minimo consapevole (tagliamo fuori dalla categoria gli idioti, gli ignoranti, quelli che si iscrivono per moda, comprono le suonerie dai banner &co.), decido io cosa mettere su internet e cosa no, decido il livello di dettaglio delle informazioni e se scrivo qualcosa e lo rendo pubblico automaticamente acconsento al fatto che qualcun altro legga quello che io ho scritto.

    punto 2: vorrei ricordare che tutte le nostre azioni giornaliere, le abitudini, le informazioni sono reperibili in qualunque momento: ogni volta che usi un bancomat, se hai un conto corrente, quando usi la tessera dell’esselunga, prenoti un viaggio, fai un abbonamento del treno o dell’autobus, usi una carta di credito ecc… sono tutte informazioni che, volendo, possono essere recuperate e utilizzate da chiunque voglia impossessarsene.

    punto3, infine: forse non è totalmente negativo il fatto che le aziende comncino a produrre ciò che veramente le persone vogliono. Non si può sempre pensare che ci sia il “Sistema” più grande di noi che ci controlla…e allora nooo…io sono contro il Sistema.
    sono le persone la stessa forza che fa girare i consumi e le produzioni: le aziende potrebbero rendersi conto che magari alla gente non gliene frega niente del 500milionesimo nuovo modello di ipod, ma vorrebbero magari un’auto che consuma meno e se questi dati vengono, perchè no, da un gruppo di facebook, sia benvenuto facebook.

    Forse bisognerebbe cominciare a ragionare in modo meno univoco: FB vuole dare le mie info alle aziende? invece di partire in quarta a dire no senza alla fine fare niente di concreto, potrei cominciare a giocare allo stesso gioco, e raccontare su FB quello che vorrei che le aziende producessero/facessero.

  55. “punto 1: se sono un utente internet un minimo consapevole (tagliamo fuori dalla categoria gli idioti, gli ignoranti, quelli che si iscrivono per moda, comprono le suonerie dai banner &co.), decido io cosa mettere su internet e cosa no, decido il livello di dettaglio delle informazioni e se scrivo qualcosa e lo rendo pubblico automaticamente acconsento al fatto che qualcun altro legga quello che io ho scritto.”

    Sei consapevole di regalare consapevolmente le informazioni chiave sulla tua vita! Ciò ti colloca un passo più avanti di “idioti, gli ignoranti, quelli che si iscrivono per moda, comprono le suonerie dai banner &co” ma non riesce a sembrarmi una cosa di cui vantarsi.

    “punto 2: vorrei ricordare che tutte le nostre azioni giornaliere, le abitudini, le informazioni sono reperibili in qualunque momento: ogni volta che usi un bancomat, se hai un conto corrente, quando usi la tessera dell’esselunga, prenoti un viaggio, fai un abbonamento del treno o dell’autobus, usi una carta di credito ecc… sono tutte informazioni che, volendo, possono essere recuperate e utilizzate da chiunque voglia impossessarsene.”

    Questo ragionamento è fallace nelle premesse e ridicolo nelle conclusioni, per motivi già esposti alla nausea. E’ come dire che ti piace andare in macchina a 200 all’ora nel labirinto di pacman perchè tanto prima o poi si muore.

    “punto3, infine: forse non è totalmente negativo il fatto che le aziende comncino a produrre ciò che veramente le persone vogliono. Non si può sempre pensare che ci sia il “Sistema” più grande di noi che ci controlla…e allora nooo…io sono contro il Sistema.
    sono le persone la stessa forza che fa girare i consumi e le produzioni: le aziende potrebbero rendersi conto che magari alla gente non gliene frega niente del 500milionesimo nuovo modello di ipod, ma vorrebbero magari un’auto che consuma meno e se questi dati vengono, perchè no, da un gruppo di facebook, sia benvenuto facebook.”

    Questo mi piace. A quando la conversione al cristianesimo o il ruolo di Kapò in un film sui campi di concentramento?Sul serio, mi piace soprattutto la parte finale “vorrebbero magari un’auto che consuma meno e se questi dati vengono, perchè no, da un gruppo di facebook, sia benvenuto facebook.” Iscriviti ad un gruppo di facebook “vogliamo la pace del mondo” Ti farà senz’altro sentire meglio e, cavolo, avrai contribuito alla pace nel mondo!

    (per la cronaca, le aziende già producono quello che le persone vogliono: http://www.cracked.com/article_16032_25-most-disturbing-sex-toys.html )

  56. giàbartolomeobatida

    Il punto 3 della “Dottrina SMO” è più inquietante di un racconto di Edgar Allan Poe letto in prima media

  57. giàbartolomeobatida

    Il punto 3 di SMO deve essere una delle famose “Quattordici argomentazioni a cui il Buddha non diede risposta”

  58. Geniale altri commenti paranoici!! Troppo divertente!

    Non capisco se sia più sfigato quello che si iscrive a fb perchè è moda o quello che non si iscrive a fb perchè fa figo fare l’anticonformista!

    Utilizzare uno strumento non significa necessariamente utilizzarlo come lo fa qualcun’altro, nessuno vieta di iscriversi a faccialibro con dati pseudo-reali per interfacciarsi con le persone ritenute interessanti e non farsi trovare dagli altri ma sfruttandone le potenzialità.

    Ah molto divertente anche la trave del bocchino 🙂

  59. Giusto! Visto che è da sfigati SIA iscriversi SIA non iscriversi a facebook colgo con interessante inquietudine la tua proposta di iscriversi con un nome falso per attirare possibili prede nella tua cantina degli orrori.

  60. giàbartolomeobatida

    una sorta di cannibalismo virtuale!!! Di questo passo arriviamo a Lovecraft. O a Elio-Frankenstein!!!
    L’idea di “sfruttare le potenzialità” delle persone ritenute interessanti potrebbe avere delle ripercussioni di carattere politico e socio-culturale ancora non del tutto prevedibili!!!

  61. giàbartolomeobatida

    Fa figo, fa figo. Mai rimorchiato così tanto!

  62. mmm potresti essere colui che si spaccia come Bambino Kinder allora!

    Ehm chiedo scusa giàbartolomeobatida, sfruttare le potenzialità del mezzo non delle persone! Mi sono espresso male.

    … mi diverte un sacco continuare ad essere l’unico che la pensa diversamente su questi dettagli 🙂

  63. Ma di quali informazioni chiave della vita state parlando che regaliamo a Facebook !?

    GUARDATE MENO FILM DI FANTASCENZA E SOCIALIZZATE UN PO’ DI PIU’ CHE IL MONDO NON E’ SOLO BIANCO O NERO…

    PS. E per la cronaca Facebook sta fallendo (http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/social-network/social-network/social-network.html) in quanto cresciuto troppo in fretta e incapace di ricavare profitti… Per la serie: “INFORMAZIONI CHIAVE DELLA NOSTRA VITA” ma daiiii !!

  64. È bello vedere che qualcosa di ciò che penso è già stato messo per iscritto in modo che non me lo possa dimenticare anche se questo è sinceramente difficile con tutte le tv che da poco tempo a questa parte stanno osannando facebook in maniera abnorme. È cresciuto ma si parla e si è parlato meno di google che di facebook..è demenza.. cosa c’è dietro?

  65. però! Grazie uglypostcards.

    E ehr… nik, il link che hai messo- anche ammettendo la improbabile affidabilità di Repubblica- dice implicitamente che facebook dovrà vendere in modo ancora più estensivo i dati che ha su di te se i suoi manager vogliono comprarsi macchine di lusso.

    E GUARDA PIU’ FILM DI FANTASCIENZA COSI’ FORSE IMPARI COME SI SCRIVE, SFIGATO/A.

  66. Ok infallibile gentiluomo/donna, grazie per la correzione, probabilmente è corretta l’attenzione da dedicare a questi media simil facebook, ma non credo ne valga la pena discuterne di queste cose, perchè per quanto possa venite taggato come “uglypostcarders” non si è risposto alla domanda:

    DI QUALI INFORMAZIONE CHIAVE DELLA VITA
    STATE PARLANDO CHE REGALIAMO A FACEBOOK” !?

    PS. Spero di non aver fatto troppi errori di ortografia questa volta per non distrarre “anouk6” sul SENSO della domanda… e nel rispondere avrei piacere ci si soffermasse sulla parola “CHIAVE” perchè 4 foto 3 messaggi e una data di nascita non credo possano distruggere una persona… Premettendo che il furto di identità esiste da quando esiste l’identità e non da quando esiste Facebook.

    Ora mi vado a guardare un bel film di fantascenza… hops! FANTASCIENZA 😉

  67. Allora: se tu sei un “utente medio” (passami la definizione) concentrerai nel tuo profilo facebook una serie di informazioni su di te, su quello che ti piace, su chi frequenti e conosci, ecc. ecc, e tutte facilmente accessibili (non solo ai governi). Se permetti, non esiste (ANCORA) nessun altro strumento altrettanto efficace per conoscere tutte queste cose su una persona, a parte mesi di appostamenti, irruzioni in casa ed intercettazioni di vario ordine e grado. Davvero, google conosce quello che cerchi, la tua carta di credito quello che consumi- facebook tutto questo e molto di più. Qui non si sta facendo una crociata, si sta cercando di ragionare sul livello di pericolosità di questo strumento che io, non da solo, considero un “veleno” peggiore di quelli precedenti,la cui assuefazione acritica non porta nulla di buono, ed anzi aprirà la strada ad altri giocattoli ancora più pericolosi. E tutto questo per giocare con un passatempo quasi inutile? Voglio dire…almeno google e le carte di credito sono utili. Ma facebook è solo un mezzo per aumentare l’autostima di chi non è in grado di avere una vita sociale soddisfacente al di fuori di internet.
    Ok, non per tutti, magari tu lo usi per cercare una cura per il cancro e tenerti in contatto con tutti gli scienziati del mondo a cui non hai voglia di telefonare o mandare mail. Buon per te.

  68. giàbartolomeobatida

    io propendo per la soluzione prospettata da Boss: identità false per confondere il governo e i matusa.

  69. grande giàbartolomeobatida, combatti il sistema combatti il sistema … ma facendo solo finta di assecondarlo!!

    Beh la storia del tipo francese è abbastanza illuminante direi

    la spocchia di ankou6 invece mi diverte molto 🙂

  70. ti offendi se (naturalmente mettendo il link alla pagina) copio il tuo post sul mio spaces?
    mi ha toccato profondamente

    SiLo

  71. Adesso che sia giusto definirlo male nn sono io a doverlo giudicare pero’. penso sia “Pericoloso” per alcuni versi avvicina gente lontana ma tanto se lo volevi ti ci avvicinavi a prescindere..pero’ magari nn avevi il mezzo l’ altro lato della medaglia è che ti condiziona la vita..ti fa stare incollato li a vedere cosa fanno o dicono gli altri è peggio che un grande fratello… di cui noi stessi siamo partecipanti prima o poi faranno un reality informatico continuando di sto passo…

  72. ecco per esempio… io non ho scritto ne il mio nome ne la mia mail… voi come fate a saperla? questo si che è inquietante…

  73. ankou6 si può avere un profilo su facebook, myspace etc e fare tante altre cose nella vita…non dobbiamo sentirci per forza sfigati come te.

    e ogni tanto tromba!!!

    ci sono dei mali peggiori nella nostra società…

  74. bu ho anche tolto i dati da mozzilla mah vabè..

  75. avete visto il film d’animazione wally?Il futuro sarà pieno di obesi che vivono con il monitor davanti alla faccia e non si accorgono di quello che gli succede intorno…odio profondamente facebook a purtroppo è soloun ulteriore passo verso l’isolamento totale dell’essere umano

  76. giàbartolomeobatida

    Sul tema, leggete “Anni senza fine” di Clifford Donald Simak, autore “classico” della Science fiction americana!!!! E gia che ci siete leggetevi pure “Why call them back from Heaven?” dello stesso autore. Non ve ne pentirete!!!

  77. denigriamo facebook è UNA MERDACCIA!!

    questo è un blog dove tutti possono scrivere e sparare tanta cacca su tutto e su tutti!

    cacca a facebook cuore alla vita!

    http://vaderetroprocella.blogspot.com/2009/02/facebook-di-merda_19.html

  78. Facebook riabilita il giornalista antimafia: “Colpa del software di controllo”

    In queste ore l’accesso del giornalista siciliano Nino Randisi (vedi post precedente) a Facebook è stato ripristinato. E’ quanto risulta a noi da fonti qualificate e professionali che preferiscono però l’anonimato.

    La sospensione, secondo la fonte, non sarebbe dovuta a scelte che entrano nel merito di quanto Randisi ha pubblicato sulla sua pagina. Quindi niente a che vedere con il suo impegno contro la mafia.

    Il provvedimento è invece dovuto all’attività del software dedicato al controllo delle attività potenzialmente lesive delle regole interne della piattaforma. Vengono tenuti sotto controllo il volume delle comunicazioni di un account, il numero di video o di testi pubblicati, la direzione delle attività – ad esempio se un numero anomalo di messaggi viene indirizzato a una sola persona. Se una di queste cose accade, il software opera una sorta di sospensione cautelativa dell’account, non lo cancella.

    Si tratta di prevenire l’uso commerciale indebito della piattaforma a scopi di marketing o attività di molestia o potenziali violazioni del diritto d’autore, insomma quelle tipologie di condotta per le quali il proprietario della piattaforma potrebbe essere chiamato a rispondere in tribunale.

    In qualche modo risulta anche confermato che il software non è che “ci pigli” proprio alla perfezione, in altre parole il margine di errore in questo momento è alto. Anche perché – ma non c’è bisogno di fonti anonime per capir questo – il sistema è in tutta evidenza sotto lo stress di una crescita rapidissima e forse, dico io, non prevista.

    La misura migliore per Facebook sarebbe quella di stabilire una sede in ogni paese in cui è significativamente insediato, anche per avere un rapporto con le istitituzioni di quel paese, oltre che per rispondere alle sollecitazioni degli utenti che, come si vede, al minimo incidente si trovano a brancolare nel buio. Ma su questo, sulla necessità di installare una “base” in Italia, non pare proprio che ci saranno novità a breve. E questo lo dice la fonte.

    E PER FORTUNA!

  79. …pensavo di essere l’unica ad avere paura di quello che vedo come un immane strumento di manipolazione e controllo delle masse, per di più felicemente consenzienti…
    grazie pere questo post.

  80. ma

    non

    farmi il piacere

  81. ma ce l’avete con voi stessi….pensa ke io ho perso un telefono con su tutti i numeri di gente della scuola e con face book li ho ritrovati in molti “cazzoooooooo diciiiiiiiiii preso male di merda” INUTILE FACEBOOK????
    NON PENSO PROPRIO………MA VA VAAAA….

  82. Pienamente d’accordo con lo scrittore di questo articolo.

    anch’io professo da tempo le stesse identiche cose, infatti sembra che lo scritto io quest’articolo..

    BEN FATTO!

    anche secondo me tra 1 anno max si scorderanno tutti di questa moda.. e il risultato sarà un gruppo di persone che in un modo e nell’altro sono rimaste fregate dal fenomeno.

  83. Le tue parole assumono un significato concreto, specie dopo il ferimento di Silvio Berlusconi da parte di un pazzoide. Subito su Facebook sono nati decine di gruppi a sostegno di questo scellerato, gruppi che in poche ore, grazie anche al tam-tam dei Tg, hanno superato le CENTINAIA DI MIGLIAIA di simpatizzanti.

    Centinaia di migliaia di simpatizzanti tutti iscritti con il proprio nome e il proprio cognome, probabilmente con le impostazioni personali sulla privacy che fanno desumere anche agli emeriti sconosciuti abbastanza dati su cosa pensano e la zona di residenza.

    Il prossimo Consiglio dei Ministri si prevede incandescente, e probabilmente nel breve termine ci sarà una maggiore sorveglianza e una maggior restrittività in Internet. Spero che rimangano solo ipotesi, in ogni caso, sappiamo che ringraziare: non certo mister Tartaglia, ma i centinaia di migliaia di COGLIONI che con i propri dati personali in bella vista hanno espresso piena solidarietà su Facebook.

  84. il problema è che tra un anno o forse anche meno tutti si sarannno scordati di facebook sì, ma per qualcosa di ancora peggio come per il passaggio da badoo a facebook!

  85. odio facebook

  86. grandissimo

  87. sono un anonimo deficente che per sbaglio e entrato in questo sito

    io penso che se avete problemi con facebook
    basterebbe non isrivervi

  88. Riguardo ai motivi per cui viene usato, io metterei il punto 3 al punto 1. Il punto 1 invece è la condizione per cui il punto 3 ha rilevanza.

  89. volevo farvi sentire questa canzone in merito ai social network!!

    YO

  90. Secondo voi,l’idea di utilizzare Facebook come mezzo per trarre informazioni politico/commerciali o di altro genere,è il fine della sua creazione,o chi era in cerca di (ad esempio) sondaggi commerciali abbia deciso di sfruttarlo come “macchina infernale” dopo che il social network aveva acquistato parecchi consensi?

    Chiedo questo perchè all’inizio della sua creazione,sentivo persone più grandi di me di quasi trent’anni o giù di lì (io ne ho diciassette) pronunciare frasi come:<>
    Io personalmente credo che quando tutti gli altri ragazzi su per giù della mia età abbiano dato il successo che facebook ormai usa come vessillo, (secondo me per un’unica ragione:esibizionismo.Basti pensare che il popolo di Netlog si sia spostato di massa sul nuovo social network) siano intervenute “entità” di tipo economico/consumistico,affamate di informazioni per vendere,anzi,svendere (perchè non ci si accontenta di tanto ma di troppo ormai) i loro articoletti…
    Alla mia prima domanda quindi se ne aggiunge una seconda:
    Quanto,quindi è colpa nostra,e quanto di chi ha controllo su di noi? Credete davvero che anche se magnate internazionali non avessero avuto interesse sui nostri pareri,sui nostri dati,modi di comportarsi,amici,insomma,vita,Facebook sarebbe stato altrettanto pericoloso?
    In sintesi…Internet è davvero democratico? E se no,per colpa di chi?

  91. quest’articolo è inutile, sta solo “spacciando” un mucchio di risposte facili tanto per avere visite…
    e non dire di no…

  92. come no, sono un guru di seconda fascia

  93. Mi trovo pienamente d’accordo con quanto detto sopra.

  94. Resto del parere che la fine di Facebook sia arrivata quando è dilagato in Italia grazie alla creazione di una piattaforma in lingua italiana.

    Prima (parlo del 2006-2007) era circoscritto a una ristretta cerchia di anglofoni (ex) studenti erasmus, (ex) exchange students etc.

    Sono fuggito a gambe levate a inizio 2009… altro che P2, ragazzi.
    Lo ritengo uno strumento DAVVERO pericoloso!

  95. SI. In effetti, la gratificazione dovuta a quel “a più gente piace quello che dici, più sei al top”, o il senso di frustrazione che ti assale quando “dici, ma non ti considerano neppure su facebook, sfigato”, sono figli dello stesso meccanismo per cui compri auto e vestiti che ne ti piacciono, ne ti servono. E ancora peggio, a dire cose che non pensi, e alla lunga a convincertene.

  96. facebook è una schifezza secondo mia opinione…non mi ci sono mai iscritto e mai lo farò.In italia poi c’è la piu grande diffusione come per i cellulari……per le stronz…siamo sempre i numeri 1. Un popolo cosi forse se lo merita berlusconi….
    Ci stiamo evolvendo un po in tecnologie ma di cervello qui siamo fermi al medioevo e parlo anche di molti giovani….
    Se si tiene ad una persona la si trova a prescindere da facebook…..a me di quello che fanno i compagni di scuola sinceramente non me ne frega piu di tanto come non me ne è mai fregato dei pettegolezzi o dei cavoli deglia altri…
    Spengete facebook accendete il cervello fate esperienze di vita reale solo quelle ti fanno crescere e conoscere la realta che ti circonda

  97. Pingback: 2010 in review « Il Blog (privato) del Copia e Incolla ORIGINALE!

  98. volevo lasciare questa canzone sul mondo dei social network..
    a mio parere una bella critica e riflessione su questa “realtà”

    grazie per lo spazio

  99. della privacy non me ne frega una ceppa gia te la violano in ogni modo….comunque è vero facebokkini è l’ultima ingegnosa novita…..ma quel che piu mi fa ribrezzo di facebook che viene chiamato social network perche dovrebbe aiutare i rapporti sociali è solo una grande stronkata…è solo un modo per soddisfare il gossip tra conoscenze insomma per farsi i caxzi delgi altri…un mondo parallelo nelle quali le persone si rifugiano dalle loro paure e insicurezze—-gente che venera il creatore ahahah l’essere umano penso delle volte anche se me ne dispiace che si meriti l’autodistruzione del pianeta che sta creando….facebook mer.da

  100. sono pienamente d’accordo con l’autore dell’articolo,
    Bisognerebbe boicottare facebook, facciamo qualcosa.. un petizione, qualsiasi cosa…ma cerchiamo di boicottarlo in qualche modo!
    è assurdo che nel 2011 le persone non abbiano ancora capito che facebook è il male,
    sarebbe bello fondare un gruppo attivista antifacebook, facendo un grossa petizione, pubblicizzandolo su internet e spiegando perchè è strumento negativo.
    avete il completo appoggio e sostegno.
    mi piacerebbe sapere in quanti siamo a sostenere queste idee
    diamoci una mossa!
    eventualmente contattatemi sono disponibile
    Cordialmente

  101. Finalmente ho trovato un gruppo di persone che la pensa come me.
    Sono esageramente d’accoredo con l’autore dell’articolo e con diversi commenti qui presenti!
    Io stesso, ho fondato un movimento. Che è anch’esso un social network (nemmeno, dato che è un ibrido tra un forum ed un social-network), ma che è totalmente anonimo. Si utilizzano nickname, non si caricano le proprie foto. Non vengono raccolti i dati sensibili. Potete inserire dati fasulli. Potete essere voi stessi, che nessuno vi giudicherà. È il mio piccolo paradiso personale, che mi sento di dover condividere con voi: http://www.nerdz.eu/
    La tematica è prevalentemente informatica, ma non temete, c’è spazio per chiunque!

    Ah, giusto.
    Ovviamente, non ho alcun altro social-network. Disprezzo facebook. E disprezzo essere nelle mani di chi è capace di manipolare le masse. Bisogna distinguersi dalla massa. E, grazie a dio, c’è nerdz (almeno per me).

  102. mi associo e consento a world press di accedere alle mie informazioni di base 🙂 mi presento mi chiamo susy, susy inthebronx sono una ragazza dark dall’animo nostalgico iscritta a facebook dove ho 0 amici apparte due miei cloni, uso facebook come recipiente non sapendo che altro farci, quindi ogni volta che giro per il web e trovo qualcosa che mi piace condivido, questo mi permette di non creare inutili cartelle sul mio pc intasandolo con cazzate di ogni genere e si perchè si sa che girare sul web è come girare al mercatino e t’imbatti nei banchi tutto a 1 euro, riempi le buste di cazzate e quando torni a casa pensi:”ma davvero questo l’ho comprato io?!” uguale e peggio nel web visto che è gratis!
    grazie a tutti sono davvero felice di condividere questo forte sentimento di odio per fb
    datemi un ALLELUHIA!

  103. Io non sono su facebook … gli amici per invitarmi alle feste o alle serate esordiscono ogni volta così: “visto che sei l’unica che non ha facebook volevo dirti che …”… oppure per scusarsi di non avermi invitato mi dicono “ma come!!!l’ho scritto su facebook!!..ah già, avevo dimenticato che tu non ci sei!!!”… alcuni ragazzi che incontro desistono a conoscermi quando mi chiedono “sei su facebook?” e io rispondo “ no”… una volta mi è venuto da dire “però ho un numero di telefono!”… la risposta è stata una risatina non accompagnata dalla richiesta del mio numero … alcune amiche si sono proposte di crearmi loro l’account. Al mio rifiuto mi hanno chiesto: perché? E io ho semplicemente risposto: “ non me ne frega di farmi i cazzi degli altri alle spalle, se voglio sapere qualcosa da qualcuno gliela chiedo direttamente, anche se devo affrontare un po’ di imbarazzo, e se qualcuno vuole sapere qualcosa di me e me la chiede, io gliela dico. Non ho problemi a parlare di me, non ho niente da nascondere, non ho paura che qualcuno usi le informazioni che riguardano la mia vita, anche se possono essere usate per farmi del male, ho solo voglia di creare relazioni concrete, che non mi facciano sentire di non vivere pienamente, che non mi facciano sentire immobile, che non mi lascino percepire di essere il simulacro di me stessa.” Io non odio facebook, semplicemente mi infastidisce quello che potrebbe creare nella sua essenza di social network, perché è un qualcosa che rema contro l’essere fedeli a una realtà che ci appartiene, perché spinge a creare una società alternativa priva di fondamento, che dirige verso un divenire vigliacchi, non avere il coraggio di esporsi direttamente, non esprimersi in ciò che si è nella totalità del contingente. Quello che penso, che sia condivisibile o meno, è che tutto quello che ci circonda è dove e come è, non dove e come ci illudiamo, immaginiamo, crediamo o vogliamo che sia. Quello che è vero è come la luna, possiamo vederla da qui ogni giorno diversa ma in realtà lei ci mostra sempre la stessa faccia. Ricordatelo se avete compreso quello che dico e scegliete di non iscrivervi su facebook, perché non vi serve, come non vi servono molti strumenti che usate, ponetevi delle domande prima di mettervi in condizioni destabilizzanti, che potrebbero crearvi un’autostima fittizia o peggio perdere il contatto del chi siete veramente e in quale società siete inseriti.

  104. io non sò come facebook fà coinvolgere migliardi di persone nel mondo oramai.. all’inizio pensavo fosse una buona ivenzione per sentire i tuoi amici o parenti ke non vedi da tanto tempo.. ma se poi ci si mette a conoscere persone ke non hai mai visto e magari cercare anke di fidanzarsi.. per poi prendersi pure in giro raccontando una palla dietro l’altra.. e giocando più di una volta co i propri sentimenti! allora mi auguro seriamente ke questo sito fosse abbolito per sempre! perchè non è di questo ke il modo ha bisogno, soprattutto ora!!

  105. Facebook deve essere distrutto. Facebook va distrutto.

  106. sto constatando in questi giorni la pochezza e la miseria che hanno raggiunto le interazioni social, una marea di persone ignoranti e limitate che fanno sfogo sui social network della propria miseria interiore, della superficialità, del qualunquismo, dell’esibizionismo. Mi riferisco ad alcuni fatti di cronaca, anche nera, che hanno buttato fuori il peggio del peggio. Mai vista un’umanità tanto abbrutita e ancora più abbrutita da questi social network che non fanno altro che aumentare questi aspetti. In più la desolazione delle nuove generazioni, prese da un irrefrenabile conformismo e protagonismo, coinvolte in complicate reti social che rendono la loro vita simile ad uno scadente telefilm per adolescenti senza spessore.

  107. Magari fosse campato solo qualche altro mese o anno.. Oggi sta merda ha più di un miliardo e mezzo di iscritti.. Cominciavo a pensare di essere l’unica qua a non averlo.. dato che vado notando il sempre costante allargarsi della fascia d’età che vi accede (ormai sarà come? dai 6 agli 80 anni?). Leggervi mi consola, sì, ma continuo a considerare valida la possibilità di fuggire in qualche posto remoto.. Magari leggo un manuale d’antropologia e vedo come farsi accettare da quelle poche tribù che ancora sono rimaste.. ma niente regali: non vorrei finire per essere venerata stile culto del cargo: non mi piace essere al centro dell’attenzione.

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